“Ogni disegno richiama, a seconda della forma, una materia diversa.

È il disegno a scegliere il proprio materiale”

Partendo da un foglio bianco e una matita si realizza con tratti decisi un disegno. Dai disegni è possibile realizzare modelli di carta tridimensionali, questi possono diventare struttura in legno o sculture in acciaio. Talvolta ispirano semplicemente la creatività artistica e diventano strutture in metallo o installazioni.

Nella sua lunga carriera artistica Niccolò Calvi di Bergolo ha utilizzato diversi materiali per dare vita alla sua visione del mondo. Egli ricerca un linguaggio che sia universale e per questo accessibile a chiunque senza distinzione di genere, razza o ceto sociale. La materializzazione di un’opera è il miracolo materico della natura, il faticoso, obbligato, ineludibile percorso dello scultore, dove approda la frenesia creativa, nata sul foglio di carta.

DAL DISEGNO ALLA SCULTURA

Disegni bidimensionali: Partendo da un foglio bianco ad una matita, dove il bianco sono tutti i colori, e il nero è nessun colore, si tracciano linee di infiniti punti, seguendo i numeri dall’uno al sei e le forme universali: quadrato, cerchio, triangolo. Talvolta vengono usati anche pennarelli neri o carboncini dal colore nero al color mattone.

Disegni 3D: Il foglio di carta immacolata scatena la frenesia creativa in infinite elaborazioni formali. La geometria piana fornisce materia all’azione del tagliare, ritagliare, piegare e ripiegare.

Legno grezzo e bianco: Dal ritaglio del foglio a soluzioni più rigide. Dalle forbici alla lama affilata: una diversità gestuale che non limita la prolificità e il fascino delle forme.

Ferro-Acciaio: A partire dal disegno 3D viene posta una lastra di acciaio sotto il braccio della taglierina che lo taglia e lo piega dando origine a suggestioni metalliche.

Marmo: I disegni, in quanto progetti, nelle mani di abili marmisti carraresi, divengono splendide sculture.

SCULTURE

TRASFIGURAZIONI E COMPOSIZIONI: “Salvare cose che non meritano di essere distrutte, perché ai miei occhi nella contorsione della forma rappresentano la violenza, la forza, il dolore del taglio, lo sforzo della piega. Così simili ai misteriosi tracciati dell’animo umano”. Partendo da un reperto, da un oggetto esistente, che d’istinto induce ad una radiosa trasfigurazione, lo si combina in forme e si ottiene come risultato una composizione. Si riconosce una forma e le si conferisce un’anima, dopodiché la si inserisce in un contesto, come il castello.

GRANDI INSTALLAZIONI: gli oggetti recuperati vengono utilizzati per dar vita a grandi installazioni anche di dimensioni notevoli. Ogni progetto in carta può comunque essere rappresentato in strutture di grandi dimensioni fino ad aspirare a diventare veri edifici contenenti la vita stessa.

MATTONI: Partendo da forati per l’edilizia, apparentemente uguali, si guarda al loro interno e si scopre la loro diversità. Una sorta di “laparatomia artistica” (Damioli, 2011), che mette a nudo la potenziale bellezza di un mattone forato vivisezionato. Il mattone viene scelto in quanto fatto di terra, acqua, fuoco, aria, così come il castello, suo contenitore, è fatto di mattoni.

BASSORILIEVI: pannelli plasmati con impasto di acqua, sabbia, malta.

FOGLI DI RAME: La lucentezza dorata del foglio di rame rappresenta l’invito al gioco dell’artista. Le combinazioni interpretative possono essere infinite.